Dott. Bedendo | Impianti Dentali a Carico Immediato a Treviso

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Per molti anni la comunità scientifica internazionale ha avuto come standard chirurgico nelle riabilitazioni protesiche fisse quello di inserire gli impianti diritti e paralleli tra di loro in modo che le forze occlusali fossero assiali agli impianti stessi.
 
Nelle mandibole atrofiche venivano inseriti dai 4 ai 6 impianti diritti nella zona anteriore della mandibola dove non sussiste il rischio di lesionare il nervo alveolare inferiore, mentre nel mascellare superiore venivano inseriti dai 4 ai 6 impianti diritti nella zona anteriore della premaxilla, non potendo inserire impianti più indietro per la presenza dei seni mascellari.
 
Le protesi fisse così costruite presentavano uno sbalzo posteriore non sostenuto da pilastri, detto cantilever, anche di 20 mm cosa che sappiamo può dare origini a complicanze dato il grande braccio di leva posteriore che si viene a creare nella protesi.

L’avvento degli impianti inclinati

Il posizionamento di impianti inclinati è stato proposto per la prima volta nel 1985 da Jean-Francois Tulasne su consiglio del grande chirurgo maxillo-facciale francese Paul Tessier.
 
Tulasne propose di inserire impianti inclinati di 20-22 mm di lunghezza nella zona pterigomascellare per avere un pilastro protesico posteriore ed evitare lo sbalzo distale della protesi.
Nacque così l’impianto pterigoideo che si ancora alle lamine pterigoidee dello sfenoide e al processo piramidale dell’osso palatino. Nel tempo, la tecnica ebbe una sua evoluzione fino ad arrivare al 1999, quando Mattsson pubblicò sulla rivista internazionale Journal Oral Maxillofacial Surgery il primo protocollo per l’utilizzo di impianti inclinati tangenti la parete anteriore del seno mascellare per ridurre in cantilever distale della protesi fissa.
 
Successivamente, nel 2000 fu pubblicato da Krekmanov un articolo fondamentale per una ulteriore evoluzione della tecnica con la proposta dell’utilizzo di impianti inclinati di 25-35° nella mandibola e di 30-35° nel mascellare superiore.
 
Dopo alcuni anni, esattamente nel 2003, Paulo Malò pubblicò sulla rivista internazionale Clinical Implant Dentistry and Related Research l’articolo che codificava definitivamente un protocollo clinico standardizzato che può essere considerato la pietra miliare da cui si è evoluta la tecnica implantare a carico immediato con l’utilizzo di impianti inclinati.
 
Oggi, presso il nostro centro odontoiatrico, siamo in grado di proporre gli impianti dentali a carico immediato per risolvere il problema di assenza dell’osso mandibolare, evitando gli innesti di osso.
 
Riceverai una protesi fissa, funzionale ed estetica e tornerai a masticare e a sorridere, liberandoti per sempre della dentiera.